mercoledì 30 novembre 2011

Artisti, Radical Chic, Hipster, Creativi, NY

Vademecum per riconoscere facilmente gli appartenenti a queste simili ma non uguali tipologie:
Un artista piange di nascosto come un bambino per forti emozioni apparentemente ingiustificate, è in costante contatto con le divinità, dice spesso cose senza senso, non si preoccupa della sua immagine e non si percepisce come una persona, ma dietro di essa, non riesce a fare quello che gli altri fanno con facilità. Un radical chic fa spesso meglio degli altri quello che tutti riescono a fare. Un artista non sa quasi mai il perché. Un radical chic sa quasi sempre il perché. Un artista non pagherebbe mai un caffè più del suo valore. Un hipster è disposto a farlo a determinate condizioni. Un radical chic segue una logica. Un artista una logica non sa neppure cosa sia. A volte un artista pagherebbe per un caffè molto più del suo valore per ragioni per cui un radical chic o un hipster non pagherebbero nemmeno un centesimo. Un artista ha spesso attimi di estrema felicità e lucidità ingiustificata. Un artista è spesso vittima della società, debole nella sua dimensione sociale, vulnerabile nei suoi rapporti con gli altri. Riconoscendosi spesso solo come entità creatrice ha problemi a ricoprire varie maschere sociali ed in questo è molto simile ai radical chic e agli hipsters che hanno pure molta difficoltà ad indossare altre maschere sociali, identificandosi spesso solo con la propria e guardando con disprezzo al trasformismo. Un artista giudica, soffre e fa soffrire(involontariamente). Un radical chic giudica, soffre e fa soffrire (volontariamente). Un radical chic è a volte soddisfatto di se stesso, un artista ed un hipster quasi mai. Un radical chic crede spesso a quello che dice e mette molto impegno in quello che fa. Un artista ed un hipster hanno spesso una visione negativa della vita, ma in un artista è intervallata da momenti di perfetta sintonia e armonia. Un  hipster è spesso un vincente nella società, ma non gli interessa molto. Un artista è spesso un perdente nella società, ma non gli interessa molto. Le tre categorie molto spesso sconfinano l'una nell'altra.Passando da  un'estrema identificazione con una maschera sociale, ad una estrema identificazione con un' assenza di maschere sociali.

domenica 27 novembre 2011

D.U.M.B.O., Brooklyn, NY (Down Under the Manhattan Bridge Overpass)



Un po' sulla via della "gentrification", un po' sulla via degli "hipsters", si trova il quartiere New Yorkese di Dumbo.Proprio a ridosso dei più importanti ponti che da Brooklyn portano a Manhattan. Indiscutibile il suo fascino, è ancora facile immaginarne il passato, quando in quanto zona degradata e pericolosa di Brooklyn era frequentata solo da artisti,criminali e bohémien. Con l'aumento dei costi i loft della zona sono diventati carissimi e la maggior parte degli artisti e creativi sono scomparsi. La posizione è certamente una delle più belle e panoramiche di tutta NY. E' da qui che sono state scattate la maggior parte delle foto storiche che hanno da sempre legato New York al ponte di Brooklyn nell'immaginario collettivo. Molti caffè e negoziati carini popolano la zona, le foto sono certamente la migliore maniera di raccontarla 

giovedì 24 novembre 2011

Dreamers (sognatori)




vedere come la parola sognatore sia spesso usata con un'accezione negativa deve far riflettere. "Dreamers" è il racconto di un sogno. Sono stato, sono e sempre sarò un sognatore, mi piace sognare. "Sogno" non come estraniazione dal mondo, ma come diversa interpretazione delle cose. Il sogno è la mia realtà. Cogliere la magia di un raggio di sole su un viso meditativo o su una pianta in un'aiuola. Stare seduti su di una panchina a vedere la gente passare. Chi non è consapevole nei sogni e dei propri sogni, difficilmente lo sarà nella realtà. "Sogno" non come rifiuto della quotidianità, ma come quotidianità vissuta con gli occhi del cuore. #occupywallstreet





















































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