Secondo la tesi basilare di Sri Ramana, il sé individuale non è altro che un pensiero o un'idea. Egli disse che questo pensiero, definito 'pensiero io', ha origine da un luogo chiamato "centro-Cuore" localizzato sulla parte destra del torace e che non va confuso con il chakra del cuore del kundalini yoga. Da qui il pensiero "io" sale al cervello e si identifica con il corpo: "lo sono questo corpo", creando l'illusione che ci sia una mente o un sé individuale che abita il corpo e ne controlla tutti i pensieri e le azioni.
Il pensiero io realizza questo identificandosi con tutti i pensieri e le percezioni che hanno luogo nel corpo.
Per esempio: "io (che è il pensiero io) sto facendo questo", "io sto pensando questo", "io sono felice".
In questo modo l'idea di essere un individuo viene generata e sostenuta dal pensiero 'io' e dalla sua abitudine di attaccarsi costantemente a tutti i pensieri che sorgono. Sri Ramana affermava che era possibile rovesciare questo processo privando il pensiero io di tutti i pensieri e le percezioni con cui normalmente si identifica. Egli pensava che questo pensiero 'io' fosse in effetti un'entità irreale e che prendesse corpo solo identificandosi con altri pensieri.
Disse che se si riesce a spezzare la connessione tra il pensiero 'io' e quelli con i quali si identifica, allora il pensiero 'io' stesso sprofonda e alla fine scompare. Sri Ramana suggeriva che questo poteva essere fatto aggrappandosi mentalmente al pensiero io, cioé al sentimento interiore di 'io' o 'io sono', escludendo tutti gli altri pensieri e a sostegno di questo tentativo di mantenere la propria attenzione sul sentimento interiore di 'io', raccomandava la costante autoindagine: "Chi sono io?" o "Da dove viene questo 'io'?".
Affermava inoltre che se si riusciva a mantenere costantemente questa attitudine dell''io', escludendo tutti gli altri pensieri, allora il pensiero "io" avrebbe cominciato a sprofondare nel centro del Cuore.
Questo secondo Ramana Maharshi, è quanto il devoto può fare da solo. Quando il devoto ha liberato la sua mente da tutti i pensieri ad esclusione di quello dell'io, il potere del Sé attira il pensiero "io" nel centro del Cuore e lo distrugge definitivamente. Questo è il momento della realizzazione del Sé. Quando ciò accade, la mente e il sé individuale (che Sri Ramana Maharshi identifica con il pensiero"io") vengono distrutti per sempre e rimane soltanto l'Atman, o il Sé.
martedì 10 novembre 2009
lunedì 9 novembre 2009
sabato 7 novembre 2009
consigli di Gurdjieff alla figlia
Fissa la tua attenzione su te stesso
Sì cosciente in ogni istante di quello che pensi, senti desideri e fai
Termina sempre quello che hai cominciato
Fai quello che stai facendo, il meglio possibile
Non ti incatenare a niente cha alla lunga ti distrugga
Sviluppa la tua generosità senza testimoni
Tratta ogni persona come se fosse un parente prossimo
Ordina quello che hai disordinato
Impara a ricevere, dai la grazia per ogni dono
Smetti di autodefinirti
Non mentire e non rubare, se lo fai, menti e rubi a te stesso
Aiuta il tuo prossimo senza farlo dipendente
Non desiderare di essere imitato
Fai piani di lavoro e compili
Non occupare troppo spazio
Non fare rumori ne gesti in necessari
Se non ce l'hai, imita la fede
Non ti lasciare impressionare da forti personalità
Non ti appropriare di niente e di nessuno
Riparti equamente
Non sedurre
Mangia e dormi lo stretto necessario
Non parlare dei tuoi problemi personali
Non emettere né giudizi né critiche quando non conosci della maggior parte dei fatti
Non stabilire amicizie inutili
Non seguire le mode
Non ti vendere
Rispetta i contratti che hai firmato
Sì puntuale
Non invidiare i beni o i successi degli altri
Parla solo il necessario
Non pensare ad i benefici che ti và a procurare il tuo lavoro
Non fare mai minacce
Realizza le tue promesse
In una discussione mettiti al posto dell'altro
Ammetti che qualcuno ti superi
Non eliminare, trasforma
Vinci le tue paure, ognuna di loro è un desiderio che si camuffa
Aiuta il prossimo ad aiutare se stesso
Vinci le tue antipatie ed avvicina la persona che vorresti allontanare
Non agire per reazione a quel che dicono, bene o male, di te
Trasforma il tuo orgoglio in dignità
Trasforma la tua collera in creatività
Trasforma la tua avarizia in rispetto per la bellezza
Trasforma la tua invidia in ammirazione per il valore degli altri
Trasforma il tuo odio in qualità
Non ti mortificare e non ti insultare
Tratta quello che non ti appartiene come se ti appartenesse
Non ti lamentare
Sviluppa la tua immaginazione
Non dare ordini solo per il piacere di essere ubbidito
Paga i servizi che ti fanno
Non fare propaganda dei tuoi lavori o delle tue idee
Non cercare di provocare negli altri emozioni verso di te, come pietà, ammirazione, simpatia, complicità
Non cercare di distinguerti per la tua apparenza
Non contraddire mai, solo stai in silenzio
Non fare debiti, acquista e paga subito
Se offendi qualcuno chiedigli perdono, se lo hai offeso pubblicamente, scusati in pubblico
Se ti sei reso conto di aver detto qualcosa di sbagliato, non insistere per orgoglio in questo errore e abbandona immediatamente i tuoi propositi
Non difendere le tue idee antiche solo per il fatto che sei stato tu ad enunciarle
Non conservare oggetti inutili
Non ti adornare con di idee di altri
Non fare fotografie insieme a personaggi famosi
Non rendere conto a nessuno, sì il tuo proprio giudice
Non difenderti mai per quello che possiedi
Non parlare mai di te senza concederti l'opportunità di cambiare
Accetta che niente è tuo
Quando ti chiedono la tua opinione su qualcosa o su qualcuno, dì solo le sue qualità
Quando ti ammali, al posto di odiare questo male, consideralo tuo maestro
Non guardare di nascosto, guarda fissamente
Non dimenticare i tuoi morti, ma dagli un posto limitato che gli impedisca di invadere la tua vita
Nei locali dove abiti consacra sempre un posto alle cose sacre
Quando fai un servizio, non mettere in risalto i tuoi sforzi
Se decidi di lavorare per gli altri, fallo con piacere
Se dubiti tra il fare ed il non fare, rischia e fallo
Non cercare di essere tutto per il tuo compagno, consenti che cerchi in altri quello che tu non puoi dargli.
Quando qualcuno ha il suo pubblico, non intervenire per contraddirlo e rubargli l'udienza
Vivi di soldi guadagnati da te stesso
Non ti gloriare di avventure amorose
Non ti vanagloriare delle tue debolezze
Non fare mai delle visite ad altri solo per riempire il tuo tempo
Ottieni per condividere
Se stai meditando ed arriva un diavolo, metti questo diavolo a meditare
Sì cosciente in ogni istante di quello che pensi, senti desideri e fai
Termina sempre quello che hai cominciato
Fai quello che stai facendo, il meglio possibile
Non ti incatenare a niente cha alla lunga ti distrugga
Sviluppa la tua generosità senza testimoni
Tratta ogni persona come se fosse un parente prossimo
Ordina quello che hai disordinato
Impara a ricevere, dai la grazia per ogni dono
Smetti di autodefinirti
Non mentire e non rubare, se lo fai, menti e rubi a te stesso
Aiuta il tuo prossimo senza farlo dipendente
Non desiderare di essere imitato
Fai piani di lavoro e compili
Non occupare troppo spazio
Non fare rumori ne gesti in necessari
Se non ce l'hai, imita la fede
Non ti lasciare impressionare da forti personalità
Non ti appropriare di niente e di nessuno
Riparti equamente
Non sedurre
Mangia e dormi lo stretto necessario
Non parlare dei tuoi problemi personali
Non emettere né giudizi né critiche quando non conosci della maggior parte dei fatti
Non stabilire amicizie inutili
Non seguire le mode
Non ti vendere
Rispetta i contratti che hai firmato
Sì puntuale
Non invidiare i beni o i successi degli altri
Parla solo il necessario
Non pensare ad i benefici che ti và a procurare il tuo lavoro
Non fare mai minacce
Realizza le tue promesse
In una discussione mettiti al posto dell'altro
Ammetti che qualcuno ti superi
Non eliminare, trasforma
Vinci le tue paure, ognuna di loro è un desiderio che si camuffa
Aiuta il prossimo ad aiutare se stesso
Vinci le tue antipatie ed avvicina la persona che vorresti allontanare
Non agire per reazione a quel che dicono, bene o male, di te
Trasforma il tuo orgoglio in dignità
Trasforma la tua collera in creatività
Trasforma la tua avarizia in rispetto per la bellezza
Trasforma la tua invidia in ammirazione per il valore degli altri
Trasforma il tuo odio in qualità
Non ti mortificare e non ti insultare
Tratta quello che non ti appartiene come se ti appartenesse
Non ti lamentare
Sviluppa la tua immaginazione
Non dare ordini solo per il piacere di essere ubbidito
Paga i servizi che ti fanno
Non fare propaganda dei tuoi lavori o delle tue idee
Non cercare di provocare negli altri emozioni verso di te, come pietà, ammirazione, simpatia, complicità
Non cercare di distinguerti per la tua apparenza
Non contraddire mai, solo stai in silenzio
Non fare debiti, acquista e paga subito
Se offendi qualcuno chiedigli perdono, se lo hai offeso pubblicamente, scusati in pubblico
Se ti sei reso conto di aver detto qualcosa di sbagliato, non insistere per orgoglio in questo errore e abbandona immediatamente i tuoi propositi
Non difendere le tue idee antiche solo per il fatto che sei stato tu ad enunciarle
Non conservare oggetti inutili
Non ti adornare con di idee di altri
Non fare fotografie insieme a personaggi famosi
Non rendere conto a nessuno, sì il tuo proprio giudice
Non difenderti mai per quello che possiedi
Non parlare mai di te senza concederti l'opportunità di cambiare
Accetta che niente è tuo
Quando ti chiedono la tua opinione su qualcosa o su qualcuno, dì solo le sue qualità
Quando ti ammali, al posto di odiare questo male, consideralo tuo maestro
Non guardare di nascosto, guarda fissamente
Non dimenticare i tuoi morti, ma dagli un posto limitato che gli impedisca di invadere la tua vita
Nei locali dove abiti consacra sempre un posto alle cose sacre
Quando fai un servizio, non mettere in risalto i tuoi sforzi
Se decidi di lavorare per gli altri, fallo con piacere
Se dubiti tra il fare ed il non fare, rischia e fallo
Non cercare di essere tutto per il tuo compagno, consenti che cerchi in altri quello che tu non puoi dargli.
Quando qualcuno ha il suo pubblico, non intervenire per contraddirlo e rubargli l'udienza
Vivi di soldi guadagnati da te stesso
Non ti gloriare di avventure amorose
Non ti vanagloriare delle tue debolezze
Non fare mai delle visite ad altri solo per riempire il tuo tempo
Ottieni per condividere
Se stai meditando ed arriva un diavolo, metti questo diavolo a meditare
martedì 3 novembre 2009
frammenti zen
En una ocasión en que el Buda llegó para su sermón matinal traía un pañuelo en la mano. Se sentó frente a sus diez mil monjes, y empezó a hacer nudos en el pañuelo. Les dejó a todos sorprendidos, porque nunca había hecho nada parecido. ¿Qué estaba haciendo? ¿Se había olvidado del sermón? Pero por respeto permanecieron quietos y siguieron observándole.
Una vez que el Buda hubo hecho cinco nudos en el pañuelo, dijo:
-Quiero deshacer estos nudos. Pero antes de hacerlo me gustaría hacer dos preguntas. Una, ¿es este pañuelo el mismo que antes de tener los nudos?
Ananda, uno de sus grandes discípulos, dijo:
-Bhagwan, en cierto modo es el mismo porque los nudos no afectan su existencia. No añaden ni disminuyen nada. El pañuelo continúa siendo exactamente el mismo, su cualidad es igual, sigue siendo un pañuelo. Pero no obstante, no es el mismo, porque algo ha cambiado. Puede que tenga o que no tenga un valor fundamental, pero ahora cuenta con algo nuevo: esos cinco nudos. Está atado, y así pues, ya no es libre. Ha perdido la libertad. el pañuelo es el mismo pero ahora es un esclavo.
El Buda dijo:
-Muy bien, Ananda, eso es lo que quería decirles a mis monjes. Cuando el hombre está dividido permanece en cierto modo de la misma manera, y no obstante, ya no es el mismo. Ha perdido su libertad, su armonía, aunque fundamentalmente nada haya cambiado. Sois dioses y diosas, nada ha cambiado; sólo que el dios ha quedado atrapado tras la existencia de unos cuantos nudos. Fundamentalmente sois tan libre como un buda, existencialmente sois exactamente igual que yo, pero psicológicamente no estáis donde yo estoy, no sois lo que es el buda. Existencialmente, todos somos budas, pero psicológicamente habitamos mundos distintos y particulares… estos nudos.
El Buda hizo a continuación la segunda pregunta:-Monjes, tengo otra pregunta que haceros: ¿qué debería hacer para deshacer estos nudos?
Sariputta, otros de los monjes, se puso en pie y dijo:
-Bhagwan, si queréis deshacerlos permitid que me acerque, que los observe. Porque a menos que sepa cómo se han anudado no habrá manera de saber cómo pueden deshacerse. ¿Qué proceso se ha utilizado para atarlos? ¿Cómo han sido creados? Sólo sabiendo eso podrán desatarse. Permitid que me acerque. Y no hagáis nada antes de que pueda mirar, porque si hacéis algo sin saber cómo han empezado a existir los nudos, se pueden llegar a crear nudos todavía más sutiles. Puede resultar todavía más difícil. Puede llegar a ser imposible desatarlos.
Y el Buda dijo:
-Correcto, Sariputta, eso es exactamente lo que quería decir.
Antes de que uno comprenda cómo realizar, debe entender qué es lo que le falta. ¿Cuáles son las causas de su miseria? ¿Cómo llegó a estar dividido? ¿Cómo sucedió tal imposible que lo indivisible se halla dividido, que la beatitud absoluta se haya convertido en miseria, que los dioses hayan caído prisioneros? ¿Cómo ha sucedido?
El “cómo” debe llegar a conocerse con muchísima precisión, así que primero exploraremos el “cómo” conseguirlo.
Una vez que el Buda hubo hecho cinco nudos en el pañuelo, dijo:
-Quiero deshacer estos nudos. Pero antes de hacerlo me gustaría hacer dos preguntas. Una, ¿es este pañuelo el mismo que antes de tener los nudos?
Ananda, uno de sus grandes discípulos, dijo:
-Bhagwan, en cierto modo es el mismo porque los nudos no afectan su existencia. No añaden ni disminuyen nada. El pañuelo continúa siendo exactamente el mismo, su cualidad es igual, sigue siendo un pañuelo. Pero no obstante, no es el mismo, porque algo ha cambiado. Puede que tenga o que no tenga un valor fundamental, pero ahora cuenta con algo nuevo: esos cinco nudos. Está atado, y así pues, ya no es libre. Ha perdido la libertad. el pañuelo es el mismo pero ahora es un esclavo.
El Buda dijo:
-Muy bien, Ananda, eso es lo que quería decirles a mis monjes. Cuando el hombre está dividido permanece en cierto modo de la misma manera, y no obstante, ya no es el mismo. Ha perdido su libertad, su armonía, aunque fundamentalmente nada haya cambiado. Sois dioses y diosas, nada ha cambiado; sólo que el dios ha quedado atrapado tras la existencia de unos cuantos nudos. Fundamentalmente sois tan libre como un buda, existencialmente sois exactamente igual que yo, pero psicológicamente no estáis donde yo estoy, no sois lo que es el buda. Existencialmente, todos somos budas, pero psicológicamente habitamos mundos distintos y particulares… estos nudos.
El Buda hizo a continuación la segunda pregunta:-Monjes, tengo otra pregunta que haceros: ¿qué debería hacer para deshacer estos nudos?
Sariputta, otros de los monjes, se puso en pie y dijo:
-Bhagwan, si queréis deshacerlos permitid que me acerque, que los observe. Porque a menos que sepa cómo se han anudado no habrá manera de saber cómo pueden deshacerse. ¿Qué proceso se ha utilizado para atarlos? ¿Cómo han sido creados? Sólo sabiendo eso podrán desatarse. Permitid que me acerque. Y no hagáis nada antes de que pueda mirar, porque si hacéis algo sin saber cómo han empezado a existir los nudos, se pueden llegar a crear nudos todavía más sutiles. Puede resultar todavía más difícil. Puede llegar a ser imposible desatarlos.
Y el Buda dijo:
-Correcto, Sariputta, eso es exactamente lo que quería decir.
Antes de que uno comprenda cómo realizar, debe entender qué es lo que le falta. ¿Cuáles son las causas de su miseria? ¿Cómo llegó a estar dividido? ¿Cómo sucedió tal imposible que lo indivisible se halla dividido, que la beatitud absoluta se haya convertido en miseria, que los dioses hayan caído prisioneros? ¿Cómo ha sucedido?
El “cómo” debe llegar a conocerse con muchísima precisión, así que primero exploraremos el “cómo” conseguirlo.
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lunedì 2 novembre 2009
Sri Ramana Maharshi -Il Saggio di Arunachala
Attraverso la storia dell’umanità sono apparsi, in occasioni molto rare, giganti spirituali per esemplificare la più ‘Alta Verità’. Guidare i seguaci in ogni momento delle loro vite; Bhagavan Sri Ramana Maharshi fu quel gigante. Unico nel nostro tempo, personificò perfettamente la verità ultima della realizzazione del Sé, o completo assorbimento nel Supremo Sé-Stesso.
Attirato dalla Sua casa dal potere di Arunachala all’età di 16 anni, rimase ai Suoi piedi per tutto il resto della Sua vita e fu conosciuto come il Saggio di Arunachala.
Scrisse molto poco, ma sappiamo che ha tradotto e corretto importanti opere per il beneficio dei devoti. Preferì comunicare attraverso il potere schiacciante del Silenzio, un silenzio così profondo e potente da quietare le menti degli ardenti cercatori che furono attratti da Lui da ogni parte del mondo.
Sebbene preferisse il silenzio, fu sempre disponibile a rispondere alle domande di aspiranti sinceri e di guidarli nella giusta direzione.
Il Suo più alto insegnamento ‘indagine sul Sé’ (vichara) fu compreso nell’infinito silenzio della sua presenza. Attraverso questo silenzio, innumerevoli devoti e visitatori sperimentarono la pura beatitudine del Vero Essere. La stessa esperienza è ancora a disposizione delle anime sincere che si rivolgono a lui e praticano i suoi insegnamenti con devozione.
Questo atto di grazia si può sperimentare ovunque, ma è tangibile specialmente ai piedi del sacro Colle Arunachala, il colle che ha attratto santi e saggi per migliaia di anni. L’insegnamento del Maharshi ‘indagine sul Sé’ (Pura Advaita) è semplicità, non richiede formalità, nessun cambiamento di vita esteriore, soltanto un semplice cambiamento nel ‘punto di vista’ e uno sforzo sostenuto da parte del cercatore. La meta non è il paradiso dopo la morte o un lontano ideale, ma piuttosto la rimozione dell’ignoranza che ci impedisce la conoscenza che siamo eternamente Uno con la nostra Sorgente, il Supremo Sé o Dio. E’ un’esperienza che può essere fatta ORA! Tutto ciò che è richiesto è uno sforzo sincero, per meritarci la grazia necessaria.
Sul letto di morte il Maharshi disse ai suoi devoti addolorati, “Voi dite che sto andando via, ma dove posso andare? Io sono sempre qui. Date troppa importanza al corpo.” La Sua promessa di una ‘presenza continua’ è sperimentata giornalmente dai numerosi devoti intorno al mondo, ed è questa esperienza di ‘continua presenza’ che ha ispirato molti, di percorrere la via della pace e dell’amore.
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