sabato 26 dicembre 2009

Teoria del corpo amoroso di Michael Onfray

E visto che parliamo di Afrodite, che non è solo la dea della bellezza, e che non a caso si fregia del doppio appellativo di Urania e Pandemia, vorrei portare alla vostra attenzione un libro che non solo trovo bello, per l’appunto, ma individuo anche come l’anello mancante, la dimostrazione filosofica che mancava ad una diffusa quanto combattuta idea di laicità.



Credo nella laicità, in quel valore transculturale che individua i capisaldi della morale al di là dei costumi, delle tradizioni, delle religioni, dell’idea comune.



Credo che la filosofia come scienza del pensiero e valore della ricerca debba essere il fondamento ontologico della morale, che lo stato debba essere laico, che i crocifissi a scuola possano essere messi o non messi, ma senza mai dimenticare che la scuola ha una funzione educativa che deve prescindere da queste beghe di quartiere per l’accaparramento del territorio.



L’obiettivo delle religioni è fare proseliti e sinceramente noi invece abbiamo bisogno di un po’ di sana arte maieutica che riesca a tirare fuori dall’uomo qualcosa di buono, qualcosa che abbia a che fare con la sua essenza, con la sua identità.



Si può essere estremamente spirituali ed estremamente laici, anzi, credo che le due cose non collidano affatto.

La spiritualità, a differenza della religione, è una ricerca personale, che prescinde dai dogmi e come può coltiva il dubbio, che non cerca necessariamente etichette ma si riconosce in un continuo interrogarsi che prescinde dai mille nomi di dio.



E per ritornare ad Afrodite, che ho citato all’inizio, ella viene ricordata come una splendida dea dell’amore.

Questo amore del corpo torturato, ripudiati, rinnegato, manipolato, sublimato.

Non so davvero cosa ci sia rimasto.

Ah si, la ribellione moderna dell’amore del corpo senza dignità.



Ecco perché mi è piaciuto il libro di Michel Onfray, “Teoria del corpo amoroso”, edito dalla Fazi Editore, perché attraverso tutte le sfumature della filosofia è giunto a dare nuova giocosità al corpo e al piacere, a renderlo dunque “laico”.



Ma vorrei riportare alcuni brani dello stesso Onfray:

“La prima tappa, critica, del mio percorso, implica una decostruzione dell’ideale ascetico: per fare ciò cercherò di farla finita con i principi della logica della rinuncia, che tradizionalmente mette in relazione desideri e mancanza, definisce la felicità come compiutezza e realizzazione di sé nell’altro, per l’altro e per mezzo dell’altro; eviterò di sottomettermi all’idea che la coppia fusionale rappresenti la formula ideale di questo ipotetico culmine ontologico; cesserò di contrapporre brutalmente anima e corpo, perché questo dualismo, che è diventato una temibile arma da guerra nelle mani degli amatori dell’odio di sé, organizza e legittima una morale moralizzatrice articolata sulla positività dello spirito e la negatività della carne; rinucerò a collegare fino a confonderli amore, procreazione, sessualità, monogamia, fedeltà e coabitazione; rifiuterò l’opzione ebraico- cristiana che mescola femminile, peccato, colpa, colpevolezza ed espiazione; criticherò la collusione fra monoteismo, misoginia e ordine fallocratico; condannerò le tecniche del disprezzo di sé messe in opera dalle ideologie pitagoriche, platoniche e cristiane; seppellirò la famiglia, questa cellula primitiva del politico che su di essa strutturalmente si basa. In tal modo si possono comprendere.e quindi mettere sotto accusa parecchi secoli di ebraismo- cristianesimo.”



E ancora:
“La mia proposta , che si colloca decisamente in antiche contrade e si batte contro i modello etico dominante, si riallaccia senza ambagi al progetto di tutte le scuole filosofiche ellenistiche. Rendere possibile la vita filosofica e,a questo scopo, volere apertamente la fine della vita mutilata, frammentata, esplosa, dispersa, costruita dalla nostra civiltà alienante, ancorata a i valori del denaro, della produzione del lavoro, del dominio.

La filosofia può dare un contributo a questo progetto radicale.

Meglio ancora: deve.

Anzitutto cessando di limitarsi, come fa da lungo tempo, a sollevare interrogativi, ripercorrere la storia dei problemi seguendo passivamente l’odissea delle interrogazioni, quando invece guadagnerebbe a porsi chiaramente come la disciplina delle soluzioni, delle risposte e delle proposte.

Per quanto mi riguarda, non mi accontento di una filosofia che dedica la sostanza del suo tempo e delle sue energie a sollecitare condizioni di possibilità, a esaminare le basi epistemiche su cui porre le domande.

Preferisco guardare, dall’altra estremità della catena delle riflessioni, alla somma delle affermazioni e delle risposte utili a condurre un’esistenza lanciata a tutta velocità fra i due nulla […]ho sempre preferito una piccola scoperta utile dal punto di vista esistenziale a una ricerca filosofica vasta ma inutile per la vita quotidiana.”

tratto da ANIMUS et ANIMA - Lo Spirito delle cose e l'Anima del mondo
http://www.animusetanima.com/dblog/articolo.asp?articolo=18

domenica 20 dicembre 2009

attimi

Con tutto quello che possiamo dire e non lo diciamo,
con tutto quello que possiamo fare e non lo facciamo,
con tutto quello che di buono possiamo mangiare e non lo mangiamo,
con tutto quello che di bello possiamo vedere e non lo vediamo.
Quanto tempo buttiamo via e ci lamentiamo di non averlo.
Tutte le volte che la nostra mente potrebbe andare in alto e invece va in basso. Tutte le belle parole mai dette e mai inventate.
Le belle canzoni mai scritte e mai cantate.
Il buon cibo mai mangiato o mai cucinato.
Tutto il bene che avremmo potuto fare e non abbiamo fatto. Tutti i sorrisi che avremmo potuto regalare. Attimi. I sorrisi e gli abbracci, le emozioni che avremmo potuto condividere....ma dove andiamo sempre di fretta?
La vita è il viaggio.
Godiamoci il nostro tempo.
Viviamo il presente.
Ridiamo nelle camere da letto. Nasceranno figli sorridenti.

mercoledì 16 dicembre 2009

Ci sono cose cose che non si ripetono spesso, se casualmente osservate una cosa e non la affidate alla memoria, la perderete per sempre.

Fortunato è chi attraverso le parole riesce a portare un po’ di luce e felicità nella vita degli altri.
So che ti piace molto scrivere e vedo che lo fai molto bene,
io non credo molto nelle parole, spesso strumento di inganni e capovolgimento delle cose,
non ti preoccupare di essere coerente, si cambia spesso idea, usa se puoi le tue parole come una sveglia. Spesso affrontiamo la vita in una condizione di sonnambulismo e a tutti noi in questi momenti di dormiveglia le parole,
proprio come suoni equilibrati,
possono arrivare dritte alle nostre orecchie fino a sfondare i nostri timpani, si le parole hanno questo potere se le usi bene, ti danno una sprangata, ti accarezzano la mano, ti addormentano di nuovo o ti risvegliano con dolcezza o veementemente, per un minuto o per sempre.
Cerca tesoro se puoi di non giudicare gli altri, non siamo al mondo per questo, libera il tuo cuore da questo veleno, tanta sofferenza ci viene da questa abitudine. So che hai un’età dove spesso senti la forza e la voglia di cambiare il mondo, bhe io dalla mia ti vorrei dare un piccolo consiglio, non sprecare un attimo del tuo tempo e della tua preziosa energia per fare questo, semplicemente quando ti viene questo desiderio usa la tua forza per cambiare la tua prospettiva (realtà come percezione della realtà), usa le tue parole, non come armi contro questo mondo così suppostamente sbagliato, ma come luce per portare gioia e felicità nella tua vita ed in quella degli altri. Mantieni fermo il controllo, sii sempre azione e mai reazione nella tua vita. A volte ti sembrerà di stare al mondo come in un allegro o triste naufragio, ti sforzerai a trovare un senso a tutto questo, bhe io ti posso dire che tanti e tanti naufraghi ci hanno preceduto su questa terra, gente capace con la loro voce di portare tanta luce e gioia nella vita di tutti noi, leggili, studiali, amali, sono persone speciali, non è vero che siamo tutti uguali, forse tutti insieme siamo la stessa cosa, ma non siamo tutti uguali, forse come specchi riflettiamo la stessa cosa e ci riflettiamo gli uni con gli altri, ma non credere mai che siamo tutti uguali, la tua grandezza dipende dalla luce che riesci ad avere dentro di te, quindi perché scrivere se non senti questa luce e questa felicità dentro? Non è forse il condividerla con gli altri il più grande motore della scrittura? Mi piacerebbe tra i miliardi di persone che siamo transitati sulla terra segnalarti quegli scrittori che più di ogni altro mi hanno portato questa luce e gioia dentro. Bhe Italo Calvino ed Hermann Hesse per i romanzi, di Kierkegaard ti consiglio di leggere nella sua autobiografia la bellissima parte, ma poco conosciuta, sul giornalismo ed il suo doppio inganno che prima ci convince che dobbiamo avere un’idea su tutto, per poi venderci questa idea, ma te lo lasco scoprire da sola, Osho e Gurdjieff, uno che voglio scoprire meglio ma mi è stato consigliato da persone che stimo molto è Ramana Maharshi, carino Alejandro Jodorowsky, tutte persone che a mio avviso hanno usato le loro parole come sveglie, senza preoccuparsi troppo né della cooerenza ne del senso comune delle cose.

mercoledì 9 dicembre 2009

psicologia della gestalt

Per la psicologia della Gestalt non è giusto dividere l'esperienza umana nelle sue componenti elementari e occorre invece considerare l'intero come fenomeno sovraordinato rispetto alla somma dei suoi componenti: "L'insieme è più della somma delle sue parti" (posizione del molarismo epistemologico o emergentismo) allo stesso modo in cui le caratteristiche di una società non corrispondono a quelle degli individui che la costituiscono.
Quello che noi siamo e sentiamo, il nostro stesso comportamento, sono il risultato di una complessa organizzazione che guida anche i nostri processi di pensiero.
La stessa percezione non è preceduta dalla sensazione ma è un processo immediato - influenzato dalle passate esperienze solo in quanto queste sono lo sfondo dell'esperienza attuale - che deriva dalla gestalt, come combinazione delle diverse componenti di un'esperienza reale-attuale.
La capacità di percepire un oggetto quindi deve essere rintracciata in una organizzazione presieduta dal sistema nervoso e non ad una banale immagine focalizzata dalla retina.[4]

Per comprendere il mondo circostante si tende a identificarvi forme secondo schemi che ci sembrano adatti - scelti per imitazione, apprendimento e condivisione - e attraverso simili processi si organizzano sia la percezione che il pensiero e la sensazione; ciò avviene di solito del tutto inconsapevolmente

mercoledì 2 dicembre 2009

Alejandro Jodorowsky - Sulla Illuminazione, sui figli ecc... (sottotitoli in Italiano)

Alejandro Jodorowsky - Consejos de Gurdjieff a su hija

liberta'

"non farti intimidire, non avere paura di farti defraudare della tua liberta' da qualsiasi pretesa di cortesia,delicatezza o decenza. Questi, sebbene spesso utilizzati,sono solo tre nomi diversi per ipocrisia, sotterfuggi e codardia" John Adams

martedì 10 novembre 2009

L'insegnamento di Sri Ramana Maharshi secondo Sri Lakshmana Swami, Non sono la mente, sono il Sé, Scritto da Edizioni Il Punto di Incontro

Secondo la tesi basilare di Sri Ramana, il sé individuale non è altro che un pensiero o un'idea. Egli disse che questo pensiero, definito 'pensiero io', ha origine da un luogo chiamato "centro-Cuore" localizzato sulla parte destra del torace e che non va confuso con il chakra del cuore del kundalini yoga. Da qui il pensiero "io" sale al cervello e si identifica con il corpo: "lo sono questo corpo", creando l'illusione che ci sia una mente o un sé individuale che abita il corpo e ne controlla tutti i pensieri e le azioni.
Il pensiero io realizza questo identificandosi con tutti i pensieri e le percezioni che hanno luogo nel corpo.
Per esempio: "io (che è il pensiero io) sto facendo questo", "io sto pensando questo", "io sono felice".
In questo modo l'idea di essere un individuo viene generata e sostenuta dal pensiero 'io' e dalla sua abitudine di attaccarsi costantemente a tutti i pensieri che sorgono. Sri Ramana affermava che era possibile rovesciare questo processo privando il pensiero io di tutti i pensieri e le percezioni con cui normalmente si identifica. Egli pensava che questo pensiero 'io' fosse in effetti un'entità irreale e che prendesse corpo solo identificandosi con altri pensieri.
Disse che se si riesce a spezzare la connessione tra il pensiero 'io' e quelli con i quali si identifica, allora il pensiero 'io' stesso sprofonda e alla fine scompare. Sri Ramana suggeriva che questo poteva essere fatto aggrappandosi mentalmente al pensiero io, cioé al sentimento interiore di 'io' o 'io sono', escludendo tutti gli altri pensieri e a sostegno di questo tentativo di mantenere la propria attenzione sul sentimento interiore di 'io', raccomandava la costante autoindagine: "Chi sono io?" o "Da dove viene questo 'io'?".
Affermava inoltre che se si riusciva a mantenere costantemente questa attitudine dell''io', escludendo tutti gli altri pensieri, allora il pensiero "io" avrebbe cominciato a sprofondare nel centro del Cuore.

Questo secondo Ramana Maharshi, è quanto il devoto può fare da solo. Quando il devoto ha liberato la sua mente da tutti i pensieri ad esclusione di quello dell'io, il potere del Sé attira il pensiero "io" nel centro del Cuore e lo distrugge definitivamente. Questo è il momento della realizzazione del Sé. Quando ciò accade, la mente e il sé individuale (che Sri Ramana Maharshi identifica con il pensiero"io") vengono distrutti per sempre e rimane soltanto l'Atman, o il Sé.

sabato 7 novembre 2009

consigli di Gurdjieff alla figlia

Fissa la tua attenzione su te stesso

Sì cosciente in ogni istante di quello che pensi, senti desideri e fai

Termina sempre quello che hai cominciato

Fai quello che stai facendo, il meglio possibile

Non ti incatenare a niente cha alla lunga ti distrugga

Sviluppa la tua generosità senza testimoni

Tratta ogni persona come se fosse un parente prossimo

Ordina quello che hai disordinato

Impara a ricevere, dai la grazia per ogni dono

Smetti di autodefinirti

Non mentire e non rubare, se lo fai, menti e rubi a te stesso

Aiuta il tuo prossimo senza farlo dipendente

Non desiderare di essere imitato

Fai piani di lavoro e compili

Non occupare troppo spazio

Non fare rumori ne gesti in necessari

Se non ce l'hai, imita la fede

Non ti lasciare impressionare da forti personalità

Non ti appropriare di niente e di nessuno

Riparti equamente

Non sedurre

Mangia e dormi lo stretto necessario

Non parlare dei tuoi problemi personali

Non emettere né giudizi né critiche quando non conosci della maggior parte dei fatti

Non stabilire amicizie inutili

Non seguire le mode

Non ti vendere

Rispetta i contratti che hai firmato

Sì puntuale

Non invidiare i beni o i successi degli altri

Parla solo il necessario

Non pensare ad i benefici che ti và a procurare il tuo lavoro

Non fare mai minacce

Realizza le tue promesse

In una discussione mettiti al posto dell'altro

Ammetti che qualcuno ti superi

Non eliminare, trasforma

Vinci le tue paure, ognuna di loro è un desiderio che si camuffa

Aiuta il prossimo ad aiutare se stesso

Vinci le tue antipatie ed avvicina la persona che vorresti allontanare

Non agire per reazione a quel che dicono, bene o male, di te

Trasforma il tuo orgoglio in dignità

Trasforma la tua collera in creatività

Trasforma la tua avarizia in rispetto per la bellezza

Trasforma la tua invidia in ammirazione per il valore degli altri

Trasforma il tuo odio in qualità

Non ti mortificare e non ti insultare

Tratta quello che non ti appartiene come se ti appartenesse

Non ti lamentare

Sviluppa la tua immaginazione

Non dare ordini solo per il piacere di essere ubbidito

Paga i servizi che ti fanno

Non fare propaganda dei tuoi lavori o delle tue idee

Non cercare di provocare negli altri emozioni verso di te, come pietà, ammirazione, simpatia, complicità

Non cercare di distinguerti per la tua apparenza

Non contraddire mai, solo stai in silenzio

Non fare debiti, acquista e paga subito

Se offendi qualcuno chiedigli perdono, se lo hai offeso pubblicamente, scusati in pubblico

Se ti sei reso conto di aver detto qualcosa di sbagliato, non insistere per orgoglio in questo errore e abbandona immediatamente i tuoi propositi

Non difendere le tue idee antiche solo per il fatto che sei stato tu ad enunciarle

Non conservare oggetti inutili

Non ti adornare con di idee di altri

Non fare fotografie insieme a personaggi famosi

Non rendere conto a nessuno, sì il tuo proprio giudice

Non difenderti mai per quello che possiedi

Non parlare mai di te senza concederti l'opportunità di cambiare

Accetta che niente è tuo

Quando ti chiedono la tua opinione su qualcosa o su qualcuno, dì solo le sue qualità

Quando ti ammali, al posto di odiare questo male, consideralo tuo maestro

Non guardare di nascosto, guarda fissamente

Non dimenticare i tuoi morti, ma dagli un posto limitato che gli impedisca di invadere la tua vita

Nei locali dove abiti consacra sempre un posto alle cose sacre

Quando fai un servizio, non mettere in risalto i tuoi sforzi

Se decidi di lavorare per gli altri, fallo con piacere

Se dubiti tra il fare ed il non fare, rischia e fallo

Non cercare di essere tutto per il tuo compagno, consenti che cerchi in altri quello che tu non puoi dargli.

Quando qualcuno ha il suo pubblico, non intervenire per contraddirlo e rubargli l'udienza

Vivi di soldi guadagnati da te stesso

Non ti gloriare di avventure amorose

Non ti vanagloriare delle tue debolezze

Non fare mai delle visite ad altri solo per riempire il tuo tempo

Ottieni per condividere

Se stai meditando ed arriva un diavolo, metti questo diavolo a meditare

martedì 3 novembre 2009

frammenti zen

En una ocasión en que el Buda llegó para su sermón matinal traía un pañuelo en la mano. Se sentó frente a sus diez mil monjes, y empezó a hacer nudos en el pañuelo. Les dejó a todos sorprendidos, porque nunca había hecho nada parecido. ¿Qué estaba haciendo? ¿Se había olvidado del sermón? Pero por respeto permanecieron quietos y siguieron observándole.
Una vez que el Buda hubo hecho cinco nudos en el pañuelo, dijo:
-Quiero deshacer estos nudos. Pero antes de hacerlo me gustaría hacer dos preguntas. Una, ¿es este pañuelo el mismo que antes de tener los nudos?
Ananda, uno de sus grandes discípulos, dijo:
-Bhagwan, en cierto modo es el mismo porque los nudos no afectan su existencia. No añaden ni disminuyen nada. El pañuelo continúa siendo exactamente el mismo, su cualidad es igual, sigue siendo un pañuelo. Pero no obstante, no es el mismo, porque algo ha cambiado. Puede que tenga o que no tenga un valor fundamental, pero ahora cuenta con algo nuevo: esos cinco nudos. Está atado, y así pues, ya no es libre. Ha perdido la libertad. el pañuelo es el mismo pero ahora es un esclavo.
El Buda dijo:
-Muy bien, Ananda, eso es lo que quería decirles a mis monjes. Cuando el hombre está dividido permanece en cierto modo de la misma manera, y no obstante, ya no es el mismo. Ha perdido su libertad, su armonía, aunque fundamentalmente nada haya cambiado. Sois dioses y diosas, nada ha cambiado; sólo que el dios ha quedado atrapado tras la existencia de unos cuantos nudos. Fundamentalmente sois tan libre como un buda, existencialmente sois exactamente igual que yo, pero psicológicamente no estáis donde yo estoy, no sois lo que es el buda. Existencialmente, todos somos budas, pero psicológicamente habitamos mundos distintos y particulares… estos nudos.
El Buda hizo a continuación la segunda pregunta:-Monjes, tengo otra pregunta que haceros: ¿qué debería hacer para deshacer estos nudos?
Sariputta, otros de los monjes, se puso en pie y dijo:
-Bhagwan, si queréis deshacerlos permitid que me acerque, que los observe. Porque a menos que sepa cómo se han anudado no habrá manera de saber cómo pueden deshacerse. ¿Qué proceso se ha utilizado para atarlos? ¿Cómo han sido creados? Sólo sabiendo eso podrán desatarse. Permitid que me acerque. Y no hagáis nada antes de que pueda mirar, porque si hacéis algo sin saber cómo han empezado a existir los nudos, se pueden llegar a crear nudos todavía más sutiles. Puede resultar todavía más difícil. Puede llegar a ser imposible desatarlos.
Y el Buda dijo:
-Correcto, Sariputta, eso es exactamente lo que quería decir.

Antes de que uno comprenda cómo realizar, debe entender qué es lo que le falta. ¿Cuáles son las causas de su miseria? ¿Cómo llegó a estar dividido? ¿Cómo sucedió tal imposible que lo indivisible se halla dividido, que la beatitud absoluta se haya convertido en miseria, que los dioses hayan caído prisioneros? ¿Cómo ha sucedido?
El “cómo” debe llegar a conocerse con muchísima precisión, así que primero exploraremos el “cómo” conseguirlo.

lunedì 2 novembre 2009

Sri Ramana Maharshi -Il Saggio di Arunachala


Attraverso la storia dell’umanità sono apparsi, in occasioni molto rare, giganti spirituali per esemplificare la più ‘Alta Verità’. Guidare i seguaci in ogni momento delle loro vite; Bhagavan Sri Ramana Maharshi fu quel gigante. Unico nel nostro tempo, personificò perfettamente la verità ultima della realizzazione del Sé, o completo assorbimento nel Supremo Sé-Stesso.

Attirato dalla Sua casa dal potere di Arunachala all’età di 16 anni, rimase ai Suoi piedi per tutto il resto della Sua vita e fu conosciuto come il Saggio di Arunachala.

Scrisse molto poco, ma sappiamo che ha tradotto e corretto importanti opere per il beneficio dei devoti. Preferì comunicare attraverso il potere schiacciante del Silenzio, un silenzio così profondo e potente da quietare le menti degli ardenti cercatori che furono attratti da Lui da ogni parte del mondo.

Sebbene preferisse il silenzio, fu sempre disponibile a rispondere alle domande di aspiranti sinceri e di guidarli nella giusta direzione.

Il Suo più alto insegnamento ‘indagine sul Sé’ (vichara) fu compreso nell’infinito silenzio della sua presenza. Attraverso questo silenzio, innumerevoli devoti e visitatori sperimentarono la pura beatitudine del Vero Essere. La stessa esperienza è ancora a disposizione delle anime sincere che si rivolgono a lui e praticano i suoi insegnamenti con devozione.

Questo atto di grazia si può sperimentare ovunque, ma è tangibile specialmente ai piedi del sacro Colle Arunachala, il colle che ha attratto santi e saggi per migliaia di anni. L’insegnamento del Maharshi ‘indagine sul Sé’ (Pura Advaita) è semplicità, non richiede formalità, nessun cambiamento di vita esteriore, soltanto un semplice cambiamento nel ‘punto di vista’ e uno sforzo sostenuto da parte del cercatore. La meta non è il paradiso dopo la morte o un lontano ideale, ma piuttosto la rimozione dell’ignoranza che ci impedisce la conoscenza che siamo eternamente Uno con la nostra Sorgente, il Supremo Sé o Dio. E’ un’esperienza che può essere fatta ORA! Tutto ciò che è richiesto è uno sforzo sincero, per meritarci la grazia necessaria.

Sul letto di morte il Maharshi disse ai suoi devoti addolorati, “Voi dite che sto andando via, ma dove posso andare? Io sono sempre qui. Date troppa importanza al corpo.” La Sua promessa di una ‘presenza continua’ è sperimentata giornalmente dai numerosi devoti intorno al mondo, ed è questa esperienza di ‘continua presenza’ che ha ispirato molti, di percorrere la via della pace e dell’amore.

mercoledì 14 ottobre 2009

queer



Queer theory's main project is exploring the contestations of the categorization of gender and sexuality. Theorists claim that identities are not fixed – they cannot be categorized and labeled – because identities consist of many varied components and that to categorize by one characteristic is wrong. For example, a woman can be a woman without being labeled a lesbian or feminist, and she may have a different race from the dominant culture. She should, queer theorists argue, be classed as possessing an individual identity and not put in the collective basket of feminists or of colour or the like.

martedì 13 ottobre 2009

Burning Man Festival




short explanation of the Burning man festival in Nevada desert. music is by nouvelle vague.

polyamory


Polyamory (from Greek πολυ [poly, meaning many or several] and Latin amor [love]) is the practice, desire, or acceptance of having more than one intimate sexual relationship at a time with the consent of everyone involved.

Polyamory, often abbreviated to poly, is sometimes described as consensual, ethical, or responsible non-monogamy. The word is occasionally used more broadly to refer to any sexual or romantic relationships that are not sexually exclusive, though there is disagreement on how broadly it applies; an emphasis on ethics, honesty, and transparency all around is widely regarded as the crucial defining characteristic.

"Polyamorous" can refer to the nature of a relationship at a given time, or be used as a description of a philosophy or relationship orientation (much like gender orientation), rather than a person's actual relationship status at a given moment. It is an umbrella term that covers various forms of multiple relationships; polyamorous arrangements are varied, reflecting the choices and philosophies of the individuals involved.

Polyamory differs from polygamy, which refers to multiple marriage (although the word "polygamy" is often used to refer only to polygyny: one man with several wives.) Traditional polygamy is usually patriarchical and often claims a religious justification. Polyamory, on the other hand, is a more modern outlook grounded in such concepts as gender equality, self-determination, free choice for all involved, mutual trust, equal respect among partners, the intrinsic value of love, the ideal of compersion, and other mostly secular ideals. As of July, 2009 there are estimated to be more than 500,000 polyamorous relationships in the United States.

giovedì 8 ottobre 2009

OSHO RESORT INDIA



The OSHO International Meditation Resort is unique in the world -- an environment created for individual experiment. Located in Pune, India, about 150 Km southeast of Mumbai, the meditation resort and its OSHO Multiversity offer hundreds of courses, classes, and programs in self-discovery and meditation. Visitors from more than 100 countries visit this luxury resort, and participate in programs year-round.

domenica 4 ottobre 2009

nlp (Neuro-linguistic programming)



Neuro-linguistic programming (NLP) is defined in the Oxford English Dictionary as "a model of interpersonal communication chiefly concerned with the relationship between successful patterns of behaviour and the subjective experiences (esp. patterns of thought) underlying them" and "a system of alternative therapy based on this which seeks to educate people in self-awareness and effective communication, and to change their patterns of mental and emotional behaviour".[1] The co-founders, Richard Bandler and linguist John Grinder, claimed it would be instrumental in "finding ways to help people have better, fuller and richer lives".[2] They coined the title to denote a supposed theoretical connection between neurological processes ('neuro'), language ('linguistic') and behavioral patterns that have been learned through experience ('programming') and that can be organised to achieve specific goals in life.[3][4][5]

NLP was originally promoted by founders Bandler and Grinder in the 1970s as an extraordinarily effective and rapid form of psychological therapy,[6][7][8] capable of addressing the full range of problems which psychologists are likely to encounter, such as phobias, depression, habit disorder, psychosomatic illnesses, learning disorders.[9] It also espoused the potential for self-determination through overcoming learned limitations[10] and emphasized well-being and healthy functioning. Later, it was promoted as a 'science of excellence', derived from the study or 'modeling'[11] of how successful or outstanding people in different fields obtain their results. It was claimed that these skills can be learned by anyone to improve their effectiveness both personally and professionally[12]

Because of the absence of any firm empirical evidence supporting its sometimes extravagant claims, NLP has had little or no support from the scientific community. It continues to make no impact on mainstream academic psychology, and only limited impact on mainstream psychotherapy and counselling.[13][not in citation given] However, it has some influence among private psychotherapists, including hypnotherapists, to the extent that they claim to be trained in NLP and apply it to their work. It has had an influence in management training, life coaching,[14] and the self-help industry.

mercoledì 30 settembre 2009

Gurdjieff

Gurdjieff era solito ripetere che una cosa pressoché insignificante cambiò radicalmente la sua vita. Aveva solo 9 anni quando suo padre morente, lo chiamò e gli disse: “ Non ho molto da lasciarti, ma desidero trasmetterti un consiglio che mi fu dato da mio padre sul suo letto di morte e che mi è stato immensamente utile. Forse lo sarà anche per te. Non credo che tu possa capirlo ora, sei troppo giovane, quindi, ricordatelo. Quando lo potrai capire ti sarà di gran beneficio”, e aggiunse: ”Ricordati solo una cosa: se sei arrabbiato, aspetta ventiquattro ore, poi fai quello che vuoi, ma prima attendi ventiquattro ore. Se qualcuno ti insulta, rispondigli che tornerai dopo ventiquattro ore e farai quello che è necessario. Ma chiedigli, per favore, un po’ di tempo per pensarci su”

lunedì 28 settembre 2009

osho

Un passeggero di una nave, sofferente di mal di mare, se ne stava tutto rattrappito sul ponte, seduto su una sdraio. Vedendo passare un marinaio, lo fermò e indicandogli la distanza, chiese: “ E’ la terra laggiù, vero?”
“Nossignore” rispose il marinaio.”E’ l’orizzonte”
“Be’, meglio di niente…” sospirò il passeggero.

osho

Mulla Nasrudin fu colto mentre pescava in un luogo dove c’era un vistoso cartello. La guardia gli disse : Nasrudin, non hai visto il divieto? Non sai leggere?”
Il Mulla rispose “Certo che so leggere, ma non sono d’accordo…il cartello dice: “ Qui non si pesca!”…. ma questo non è vero: qui si pesca benissimo, guardi quanti pesci ho pescato. Chiunque abbia messo quel cartello, deve essere pazzo!”

osho

Due uomini stavano passeggiando sul marciapiede, nel centro di una città. All’improvviso uno dei due esclamò: “Ascolta, che magnifico canto di grillo!” L’altro non riuscì a sentire nulla, anzi, chiese all’amico come poteva sentire il canto di un grillo in mezzo al caos di quel traffico .L’uomo, che era uno zoologo e quindi era abituato a sentire le voci della natura, non rispose; si limitò a togliere dalla tasca una moneta e lasciarla cadere sul marciapiede. Subito una dozzina di persone si voltò simultaneamente a guardare. “Noi sentiamo ciò che vogliamo sentire”, fu il suo commento.

domenica 27 settembre 2009

Le fiamme e la caldaia (Leonardo da Vinci)

In mezzo alla tiepida cenere era rimasto un tizzo di carbone ancora acceso. Con grande penuria e con molta parsimonia consumava le sue ultime energie, nutrendosi del minimo indispensabile per non morire. Ma giunse l'ora di mettere la minestra sul fuoco, e perciò il focolare fu rifornito di nuova legna. Uno zolfanello, con la sua piccola fiamma, resuscitò il tizzo che pareva ormai spento; e una lingua di fuoco guizzò fra la legna, sopra alla quale era stata appesa la caldaia.

Rallegrandosi per i ceppi ben secchi che gli erano stati appoggiati sopra, il fuoco cominciò ad innalzarsi, cacciando via l'aria che sonnecchiava fra un legno e l'altro; e scherzando con la nuova legna, e divertendo si a correre di sopra e di sotto, come un tessitore di se stesso, si allargava sempre di più.

Cominciò, quindi, a far spuntare le sue lingue fuori della legna, aprendosi molte finestre, dalle quali sprizza va manciate di rutilanti faville: le tenebre che invadevano la cucina si allontanarono e fuggirono; mentre, sempre più gioiose, le fiamme crescevano scherzando con l'aria circostante, e incominciavano a cantare con un soave e dolce crepitio.

Il fuoco, vedendosi ormai così cresciuto sopra alla legna, incominciò a mutare il suo animo, di solito mansueto e tranquillo, in gonfia e antipatica superbia, illudendosi di esser lui ad attirare su quei pochi legni il dono della fiamma.

Si mise a sbuffare, a riempire di scoppi e di sfavillamenti tutto il focolare; drizzò le sue grandi fiamme verso l'alto, deciso a partire per un volo sublime.... e andò a sbattere nel fondo nero della caldaia.

(Leonardo da Vinci)

sabato 26 settembre 2009

il corvo e la volpe

Un corvo aveva rubato un pezzo di carne ed era andato a posarsi su di un albero. Lo vide la volpe e le venne voglia di quella carne.

Si fermò à suoi piedi e cominciò ad adularla, facendo grandi lodi del suo corpo perfetto e della sua bellezza, della lucentezza delle sue penne, dicendo che nessuno era più adatto dì lui ad essere il re degli uccelli, e che lo sarebbe diventato senz'altro, se avesse avuto la voce.

Il corvo, allora, volendo mostrare che neanche la voce gli mancava, si mise a gracchiare con tutte le sue forze, e lasciò cadere la carne

La volpe si precipitò ad afferrarla e beffeggiò il corvo soggiungendo:

" Se, poi, caro il mio corvo, tu avessi anche il cervello, non ti mancherebbe altro, per diventare re ".

(Esopo)

venerdì 25 settembre 2009

la cicala e la formica

La cicala che imprudente

tutta estate al sol cantò,

provveduta di niente

nell'inverno si trovò,

senza più un granello e senza

una mosca in la credenza.



Affamata e piagnucolosa

va a cercar della Formica

e le chiede qualche cosa,

qualche cosa in cortesia,

per poter fino alla prossima

primavera tirar via:

promettendo per l'agosto,

in coscienza l'animale,

interessi e capitale.



La Formica che ha il difetto

di prestar malvolentieri,

le dimanda chiaro e netto:

"Che hai fatto fino a ieri?"

"Cara amica a dire il giusto

non ho fatto che cantare

tutto il tempo. "Brava ho gusto;

balla adesso, se ti pare." (da: Jean de La Fontaine)

giovedì 24 settembre 2009

la disciplina della trascendenza

-E non pensare neppure per un istante di essere d’aiuto al mondo, preoccupandotene. Non lo sei affatto, perché la persona preoccupata non è di alcun aiuto a nessuno.
Quindi prima di tutto riduci le preoccupazioni al minimo; ovvero, limita le preoccupazioni a te stesso: è più che sufficiente. Sii assolutamente egoista. Certo lo confermo, io ti dico di essere assolutamente egoista se un giorno vorrai aiutare gli altri. Se un giorno desideri essere veramente altruista, prima sii egoista.
Prima di tutto cambia il tuo essere, crea una luce nel tuo cuore, diventa luminoso, in seguito potrai aiutare gli altri. E potrai farlo senza preoccuparti, perché la preoccupazione non aiuta mai nessuno. “Osho”

mercoledì 23 settembre 2009

frammenti

quali sono le barriere che impediscono all’essere umano di arrivare per lo meno vicino al suo vero potenziale? La risposta a questa domanda la si può trovare in un’altra domanda, qual è la caratteristica umana più universale, la paura o la pigrizia? "waking life"

frammenti

A veces hay que apagar la luz para ver más claro. "Eric White"

frammenti

la gabbia della porta è aperta, ma dove posso volare? Ho una sola canzone da cantare. Perché dovrei sprecarla là dove il vento se la porterebbe via? "Hiroito"

frammenti

nessuno può pensare di portarsi a casa un’alba o un tramonto. "T.Terzani"

frammenti

andando in giro per il mondo a incontrare medici, maghi e maestri avevo certo capito che era inutile continuare a viaggiare, che la cura delle cure non esiste e che la sola cosa da fare è vivere il più consciamente, il più naturalmente possibile, vivere in maniera semplice, mangiando poco e pulito, respirando bene, riducendo i propri bisogni, limitando al massimo i consumi, controllando i propri desideri e allargando così i margini della propria libertà. "T.Terzani"

frammenti

chi vuole davvero una cosa trova una strada, gli altri una scusa.

frammenti

se tu la trasformacion que quieres ver en el mundo. "Ghandi"

frammenti

la bellezza era tutta attorno a me, ma il lume di una candela ci separava. Quella piccola luce impediva alla bella, grande luce della luna di raggiungermi.

frammenti

la nostra vita è una continua restrizione, ci muoviamo costantemente entro i limiti stretti di ciò che è scontato, lecito , decente, ed in fondo sul palcoscenico della società recitiamo solo delle parti, finendo per giunta col credere di essere i personaggi della commedia e no gli attori. "G.I.Gurdjieff"

frammenti

il più forte non è chi combatte 100 battaglie e le vince tutte e 100, ma chi le vince tutte e 100 senza nemmeno combatterle.

frammenti

L’uomo dice che il tempo passa, il tempo dice che l’uomo passa

frammenti

Noi non riusciamo come gli indù o l’illuminato a vedere nel corpo uno strumento che, una volta usato, è da buttare via senza rimpianti.

frammenti

Un soldato trafitto dalle frecce viene portato d’urgenza dal chirurgo perché gliele tolga e lo salvi, ma lui insiste a voler prima sapere chi lo ha ferito e con quale intenzione l’ha fatto.

frammenti

E col miraggio che più benessere vuol dire più felicità, investiamo tutte le nostre energie nel consumare, come se la vita fosse un eterno banchetto romano in cui si mangia e si vomita per poter rimangiare.

frammenti

I miei occhi sembrano cogliere solo l’ombra che c’è sotto ogni lampada.

frammenti

La rana non beve l'acqua dello stagno in cui vive.

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