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Paola seduta al tavolino di un bar ha pianto, silenziosamente e dolcemente le scendevano le lacrime. Era difficile per lei stare a Salvador, vedeva fantasmi del passato ovunque, ci raccontava. A più di cento anni di distanza ancora non riusciva a spiegarsi come i suoi antenati africani potessero essere venduti al mercato come animali o legati a dei pali e puniti. Parlava con orgoglio del re Zumbì che li liberò dalla schiavitù, dei quilombos, delle donne baiane, dell'acarajè, della capoeira angola, del candomblè, del coco de samba e della sofferenza della sua gente.
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